(Teleborsa) - Ci sono 11.781 lobbisti registrati a Washington, un numero più che sufficiente a rappresentare anche gli interessi particolari più arcani. L'American Racing Pigeon Union ha una società di lobbying dedicata a curare i suoi interessi. Così come Interlocking Pavement Concrete Institute e l'International Natural Sausage Casing Association.

La corporate America ha lobbisti in ogni dove e quelli dell’industria alimentare rappresentano interessi particolarmente specifici. Gruppi di pressione che sostengono ristoranti e produttori di surgelati, associazioni di franchising e catene. Manzo, latticini, mais, patate e mele. Tutti hanno i lori riferimenti.

Ma nessuno è come la lobby della pizza, una rara coalizione di concorrenti che si sono uniti per sostenere un piatto specifico. Nessuna lobby cura il panino o il mangiare messicano.

“La pizza è speciale”, dice Lynn Liddle, responsabile delle comunicazioni dell’area investor relation presso presso Domino Pizza e presidente di American Pizza Community. "Non si può fare la pizza in un minuto, così come non si può spiegarla”.

Per decenni, i pizzaioli hanno fatto affidamento sul vantaggio dei cibi naturali. Circa 41 milioni di americani, più della popolazione della California, mangiano pizza in un dato giorno della settimana.

La pizza è anche un veicolo formidabile per il formaggio, tanto che l’agenzia di promozione del mondo agricolo Usa, con l’autorizzazione e la supervisione del governo federale , ha spinto catene di fast-food a “caricare” le pizze con più formaggio.

Più di recente, però, la pizza è diventata un bersaglio da parte dell’opinione pubblica, che l’ha piazzata a fianco delle patatine fritte e della soda, già orientate sull'asse nutrizionale del male.

Nuovi standard nutrizionali federali e una maggiore rigidità sulle etichettature, sembrano particolarmente onerosi per i proprietari di una pizzeria. E nell'immaginario popolare sono emersi molti nemici della pizza. "Ho sentito molta gente dire che vorrebbe migliorare il programma alimentare dei propri figli, che invece tutto quello che vogliono è mangiare pizza e hamburger”, ha detto uno dei top chef Usa, Tom Colicchio. "Siamo noi adulti che dobbiamo fare di più”.