(Teleborsa) - Quando i Jihadisti dell’Isis lo scorso anno conquistarono Mosul, la più grande città settentrionale irachena, il leader tribale Hekmat Suleiman era sicuro che i militanti estremisti non avrebbero potuto espandersi ulteriormente.

"Siamo sicuri che lo Stato Islamico non è nelle condizioni di poter durare", disse Suleiman lo scorso ottobre, durante una visita alla città irachena di Erbil. “L’Isis ha toccato un punto che è l'inizio della fine dell’estremismo islamico”.

Si sbagliava. Anche la città di Ramadi è caduta nelle mani dell’Isis e tre giorni prima il movimento islamista ispirato da Al-Bakr, aveva conquistato la città storica di Palmira, patrimonio mondiale dell'UNESCO, sul lato siriano.

Le vittorie sul campo di battaglia, in vista del primo anniversario dell'autodichiarato califfato che cadrà il prossimo 29 giugno, sottolineano la sua capacità di sopportare attacchi aerei da parte della coalizione guidata dagli Stati Uniti, così come i prezzi del petrolio nettamente più bassi rispetto allo scorso anno, che ne hanno ridotto una fonte primaria di reddito.

Una sempre più intensa radicalizzazione sunnita, è in corso di elaborazione in molte zone del medio oriente, con forti tensioni settarie per la gestione del potere, che si estendono fino all’Arabia Saudita e destabilizzano soprattutto l'Iran sciita.

L’Isis ha inoltre ampliato la sua sfera di influenza in Nigeria, con Boko Haram, impegnato formalmente n una reciproca fedeltà.

Ma cos’è che ha reso possibile la formulazione della tossica ricetta che ha dato vita all’Isis?

“La formulazione iniziale non è cambiata”, ha detto Patrick Skinner, direttore dei progetti speciali presso il Soufan Group, una società di sicurezza con sede a New York.

"Si sposano bene anche con gli avversari di un tempo”, ha aggiunto Skinner. "Tutto ciò che ha permesso la formazione dell’ISIS è ancora lì. Alcuni sunniti iracheni hanno inizialmente accolto lo Stato islamico perché si sentivano emarginati dal governo sciita di Baghdad. Nonostante il governo sia stato sostituito, poco è cambiato”.

“Le interferenze in Iraq, in gran parte portate avanti dai nemici di Arabia Saudita e Iran continuano, l'economia non è migliorata e i rivali di Stato islamico, ad eccezione dei curdi, non hanno mai mostrato una solida capacità di contrasto”, ha detto ancora Skinner. L'esercito iracheno rimane inefficace, anche dopo tempo e fatica spesi per la sua formazione. Il conflitto siriano, iniziato quattro anni fa, che ha portato alla nascita dello Stato islamico, non è per nulla risolto”.