(Teleborsa) - Negli ultimi due anni, sul fronte dei prezzi al consumo l’economia italiana ha registrato condizioni vicine alla deflazione mentre le tariffe dei servizi pubblici locali di raccolta e smaltimento rifiuti hanno presentato una sensibile crescita: tra giugno 2013 e giugno 2015 l’indice dei prezzi è rimasto sostanzialmente stabile (+0,5% cumulato nel periodo) a fronte di una crescita del 10,2% delle tariffe di raccolta e smaltimento rifiuti.

Il fenomeno, spiega Confartigianato imprese, mostra una controtendenza (-4,4%) negli ultimi dodici mesi, ma tale andamento è ancora insufficiente a compensare una escalation che in cinque anni ha visto le tariffe rifiuti in Italia crescere del 23,7%, più del doppio del 10,1% dell’Eurozona e quasi il triplo dell’inflazione (+8,6%), esercitando una forte pressione sui costi di acquisto del servizio di famiglie e imprese.

"Mentre le tariffe per lo smaltimento dei rifiuti in Italia presentano una dinamica slegata dall'inflazione e da quella degli altri Paesi europei, il servizio presenta caratteri di marcata inefficienza", sottolinea Confartigianato. Secondo lo studio “Valutazione dei livelli di inefficienza nella spesa corrente dei Comuni italiani delle Regioni a Statuto Ordinario”, il 30,1% della spesa inefficiente si concentra proprio nel settore di smaltimento dei rifiuti, in cui si rileva un potenziale risparmio di spesa di lungo periodo pari a 1.073 milioni di euro.