(Teleborsa) - La crisi cinese resta in primo piano, dopo gli ultimi dati sull'inflazione, che sembrerebbero confermare una tendenza alla deflazione, a causa del rallentamento del comparto industriale.

Secondo l'ufficio statistico cinese, l'inflazione è risalita a dicembre all'1,6% dall'1,5% del mese precedente, ma i prezzi alla produzione hanno frenato ancora, evidenziando una contrazione del 5,9% e risultando in calo per il 46simo mese consecutivo.

L'andamento dei prezzi e del comparto manifatturiero conferma così la grave crisi che ha investito l'economia del Dragone, a dispetto delle misure di stimolo approntate dalle autorità monetarie e da Pechino per sostenere l'economia.

Modeste le previsioni formulate dagli adviser del governo cinese, secondo i quali sarà difficile che il Paese riesca a raggiungere il target di crescita del 6,5% indicato dal governo sino al 2020, a causa del rallentamento del commercio mondiale e del crescere del costo del lavoro.

Attualmente, la Cina riporta un tasso di crescita del 7% circa, ai minimi degli ultimi 25 anni e ben lontano dai tassi prossimi o superiori al 10% evidenziati sino alla crisi del 2008.