(Teleborsa) - Un'ampia revisione dell'attuale sistema di raccolta dei rifiuti e del sistema consortile per la raccolta degl imballaggi al fine di superare le tante criticità presenti in Italia.

E' questa, in estrema sintesi, la proposta formulata dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato alla luce dell'indagine conoscitiva sulla gestione del rifiuti urbani presentata oggi.

Secondo l'Antitrust la quota di differenziata e di riciclo, in base alle indicazioni contenute nell’Indagine, potrebbe essere ulteriormente incrementata attraverso la raccolta “porta a porta”: questa risulta al momento la più costosa, ma complessivamente realizza una gestione dei rifiuti più economica (perché produce valore) e più ecologica (perché promuove l’uso di prodotti riciclati).

Per raggiungere l’obiettivo, è necessario innanzitutto correggere la forte eterogeneità che si riscontra sia nelle varie fasi della filiera sia nelle diverse realtà locali. Finora l’organizzazione della raccolta è stata storicamente incentrata sui Comuni, con la presenza di un gran numero di operatori di piccole dimensioni; il frequente ricorso all’affidamento del servizio in via diretta e senza gara; e con una durata degli affidamenti eccessivamente lunga (fino a 20 anni e anche oltre).

Da qui, le proposte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per rivedere le modalità di affidamento della raccolta, privilegiando la gara laddove possibile, limitandone la durata a un massimo di cinque anni e vincolando gli affidamenti in-house a un benchmarking di efficienza; ridefinire i bacini per la raccolta, in modo da differenziarli e ampliarli per le fasi a valle (trattamento meccanico-biologico e termovalorizzazione), con una gestione che disincentivi il conferimento in discarica, utilizzando meglio lo strumento dell’ecotassa sulle discariche; applicare un modello di regolazione centralizzato, affidando le competenze – per esempio – all’Autorità per l’energia, il gas e il sistema idrico.

A tutto questo, secondo le indicazioni dell’Antitrust, si deve aggiungere poi una riforma del sistema consortile (Conai), al quale viene riconosciuto il merito di aver svolto finora un ruolo fondamentale nell’avvio a riciclo della differenziata, ma che dovrebbe adesso evolversi in un modello concorrenziale per garantire che i produttori di imballaggi rispettino il principio “chi inquina paga”.