(Teleborsa) - Oltre 9 milioni di italiani sono a rischio povertà, non solo a causa della crescita della disoccupazione, ma anche del dilagare del precariato, che non garantisce adeguati livelli di sostentamento. La fotografia questa volta è stata scattata dall'ufficio studi di Unimpresa, ma richiama quanto già anticipato dall'Istat e dal rapporto mensile di Confcomemrcio, che parlano di un aumento dell'area del disagio sociale.

Ora sono oltre 9,3 milioni gli italiani non ce la fanno a sbarcare il lunario: è sempre più estesa l’area di disagio sociale che conta nell'ultimo anno 105 mila persone in più. Crescono in particolare gli occupati-precari, che sono 28 mila in più, e vanno ad aggiungersi agli oltre 3 milioni di disoccupati. Questo gruppo di persone occupate, ma con prospettive incerte circa la stabilità dell’impiego o con retribuzioni contenute, ammonta complessivamente a 6,27 milioni di unità.

Il deterioramento del mercato del lavoro - si sottolinea - non ha come conseguenza la sola espulsione degli occupati, ma anche la mancata stabilizzazione dei lavoratori precari e il crescere dei contratti atipici. Una situazione di fatto aggravata dalle agevolazioni offerte dal Jobs Act che hanno visto favorire forme di lavoro non stabili.

?”Non sono bastati gli interventi dei governi che si sono passati il testimone in questi anni a ridare slancio al mercato del lavoro. Facciamo i conti, e i numeri non mentono, con una situazione drammatica che è destinata a peggiorare” commenta il vicepresidente di Unimpresa, Maria Concetta Cammarata. “Finita la droga degli incentivi contributi - aggiunge - le imprese sono rimaste senza aiuti, vanno aiutate di più ora non sono adeguatamente supportate”.