(Teleborsa) - Riflettori puntati sul petrolio nel giorno clou del meeting dell'OPEC.

Le quotazioni dell'oro nero hanno ripreso a salire per la prima volta in quattro giorni, seppure in un clima di nervosismo, in attesa che i membri dell'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio decidano se estendere o meno l'accordo sul taglio alla produzione di greggio, che dovrebbero terminare a marzo.

Grande attenzione anche alle tempistiche dell'eventuale prolungamento: la maggior parte degli analisti stima che possa durare per tutto il 2018 anche se le voci sulla diversità di vedute tra l'Arabia Saudita e la Russia, Paese non facente parte dell'OPEC che però sta partecipando all'accordo sul taglio potrebbero riservare qualche colpo di scena.

Sembra infatti che Mosca voglia un'estensione più limitata (di tre o sei mesi) e comunque modificabile in caso di nuovi apprezzamenti del greggio ma anche qualora gli Stati Uniti dovessero aumentare l'output di shale.

Il taglio alla produzione tra i Paesi del Cartello è stato deciso a novembre del 2016. Il mese successivo sono stati coinvolti nella decisione anche altri Stati non OPEC, tra cui la Russia.

In questo momento i futures sul West Texas Intermediate (WTI) avanzano di 10 centesimi a 57,38 dollari al barile, quelli sul Brent guadagnano invece 20 centesimi a 62,74 dollari al barile.