(Teleborsa) - Resta alle stelle il prezzo del petrolio sui massimi da due anni e mezzo. Ad infiammare le quotazioni nel giorno di santo Stefano ha contribuito la notizia dell'esplosione di un importante oleodotto in Libia rivendicata dall'Isis.

Il danneggiamento di una importante infrastruttura - che collega i campi petroliferi della compagnia al-Waha al terminal di El Sider - ha costretto la National Oil Corporation libica a dirottare i flussi su un'altra linea, la Samah con perdite di produzione di 70-100 mila barili al giorno.

Il Light crude a New York ha raggiunto nella seduta precedente un picco sopra i 60 dollari, per poi chiudere sotto i massimi, mentre oggi risente di qualche realizzo e cede lo 0,7% a 59,55 dollari al barile. Stessa direzione per il Brent che flette dell'1,1% a 66,28 USD/b.

La perdita di produzione va infatti ad aggiungersi ai tagli pattuiti dall'OPEC, che saranno estesi a tutto il 2018, mentre la domanda raggiunge il picco stagionale con le festività natalizie.