(Teleborsa) - Non sarà Autostrade per l'Italia a ricostruire il Ponte Morandi di Genova, ma un'azienda "di Stato", e le concessioni verranno tutte riviste, mentre si profila la revoca delle concessioni ad ASPI, società del gruppo Atlantia che ha in "gestione" la più grande rete autostradale italiana (circa 3 mila chilometri di rete).

Il Governo è compatto su questo punto e lo ha chiarito ieri nell'audizione tenuta davanti alle commissioni Ambiente riunite di camera e Senato. A proposito dello sfortunato Ponte Morandi, il Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha affermato "non lo faremo ricostruire da chi l'ha fatto crollare".

E poi ribadisce: "E' stata ufficialmente aperta la procedura che ha come fine la caducazione/revoca della concessione ad Autostrade per l'Italia non solo per quanto riguarda la A10 ma per tutta la convenzione unica".

Riguardo ai lavori di recupero, "sarà Fincantieri con CDP che dovrà ricostruire, con il timbro totale dello Stato", ha spiegato il numero uno del MIT. Una ipotesi confermata anche dal vicepremier Luigi Di Maio che su Twitter scrive: "A rifare il ponte dovrà essere un'azienda di Stato".

L'operazione trasparenza imposta ad Autostrade, che ha pubblicato tutti i documenti della convenzione, non riguarda solo quest'ultima, ma tutte le concessionarie ed è prevista la "rivalutazione di tutte le concessioni pubbliche".

Non ci sarà la nazionalizzazione di tutte le autostrade ma la discriminante da oggi in poi sarà "l'interesse pubblico", ha detto il Ministro, spiegando "se l'interesse pubblico preminente va con la barra verso la nazionalizzazione, questo Governo opererà tutte le nazionalizzazioni", ma "nel caso in cui invece si dovrà costruire un'opera importante, investire tanti soldi, che il Governo deciderà di non impegnare, con convenzioni serie e scrupolose in cui ci guadagnano tutti si potranno valutare altre strade".