(Teleborsa) - Salvati nelle acque prospicienti la costa libica dalla nave Aquarius, 58 migranti sono finalmente sbarcati a La Valletta, nell'isola di Malta, dopo giorni di "forzata permanenza a bordo" causa le pessime condizioni del mare. Saranno al più presto trasferiti in altri quattro Paesi europei, Francia, Germania, Spagna e Portogallo, a seguito dell'accordo raggiunto il 25 settembre. Da cinque giorni, nonostante il "permesso" ottenuto per scendere a terra, i migranti erano così giocoforza stati costretti a rimanere sulla nave che incrociava al largo dell'Isola.

Nella mattinata di oggi 30 settembre, i migranti soccorsi dall'Aquarius che era rimasta fuori dalle acque territoriali maltesi, sono stati trasferiti su una nave del piccolo Stato del Mediterraneo che ha poi provveduto a portati a terra. E con loro anche un piccolo cane, di nome "Bella".

"Malta soccorre ogni vita", ha annunciato subito dopo lo sbarco lo stesso Primo Ministro Joseph Muscat, spiegando che i migranti saranno tutti ridistribuiti e che nessuno di loro rimarrà sull'isola. Muscat ha affermato di aver "scelto di essere parte della soluzione e non parte del problema".

L'accordo è stato raggiunto dal Presidente francese Macron e appunto dal Premier maltese, d'intesa con Portogallo, Spagna, Germania che si erano offerti di accogliere, insieme alla Francia, i migranti. Il Governo di La Valletta ha anche precisato che la nave Aquarius, alla quale come è noto lo Stato di Panama ha recentemente "tolto la bandiera", dovrà rientrare nel porto d'origine per risolvere i problemi di registrazione.

"La revoca della registrazione dell'Aquarius è profondamente preoccupante e rappresenterebbe una drastica riduzione della capacità di ricerca e salvataggio proprio nel momento in cui dovrebbe essere intensificata", scrive in una nota Unhcr, l'Agenzia dell'ONU per i rifugiati.

Unhcr, nel ringraziare Malta e gli altri quattro Paesi, ha aggiunto: "La leadership e la solidarietà di tutti e cinque questi Paesi è stata la chiave per risolvere questa situazione e dovrebbe essere un esempio per gli altri".

L'Agenzia delle Nazioni Unite, intanto, "continua a incoraggiare che siano stabiliti accordi prevedibili per l'area del Mediterraneo per lo sbarco delle persone soccorse in mare" ed esorta gli Stati ad aumentare rapidamente i loro sforzi per migliorare questi accordi".