(Teleborsa) - Un danno da 78,5 miliardi di euro e il taglio di numerosi posti di lavoro. È questo l'ipotetico scotto che dovrà pagare l'economia tedesca per l'uscita dal carbone, prevista per il 2038. L'accordo sulla data, fra rappresentanti del mondo economico ed esperti ambientali, è arrivato all'alba di sabato.

Nella cifra, secondo il quotidiano tedesco Bild che oggi ha dedicato al tema l'apertura del lunedì, vanno calcolati circa 40 miliardi per sostenere i Lander che saranno più colpiti dalla misura, 1,5 miliardi calcolati per le infrastrutture, e fino a 32 miliardi per l'aumento dei costi dell'energia elettrica per privati e imprese. Un duro colpo dal momento che il costo dell'energia in Germania è già tra i più alti in Ue.

Ma l'abbandono del carbone significherà anche molti posti di lavoro in meno. Oggi il 37,5% dell'elettricità in Germania viene, infatti, prodotta attraverso il carbone e il capo del colosso energetico Rwe , Martin Schmitz, parlando al Rhenische Post, ha già prospettato "significativi tagli di posti di lavoro a partire dal 2023".







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