(Teleborsa) - Ore contate e agenda fitta per la Premier britannica Theresa May che il giorno dopo l'incontro a Bruxelles con il Presidente della Commissione europea Juncker, vola a Dublino nella giornata di oggi, venerdì 8 febbraio per incontrare il collega, Primo Ministro irlandese Leo Varadkar e cercare anche a livello bilaterale quelle rassicurazioni sul backstop (il contestato meccanismo di salvaguardia del confine aperto Irlanda-Irlanda del Nord) per chiudere la partita e ratificare l'accordo sulla Brexit con l'Ue.

La missione di ieri, intanto, è parzialmente fallita visto che dal vertice è uscito sì l'impegno per un nuovo incontro a fine mese ma anche l'intenzione, chiara, da parte della Ue di non riaprire l'accordo di revoca, che "rappresenta un compromesso equilibrato tra l'Ue e il Regno Unito, in cui entrambe le parti hanno fatto importanti concessioni per arrivare a un accordo".

E' il tempo, dunque, il primo nemico per la Signora di Downing Street. La settimana prossima May dovrebbe riferire entro mercoledì 13 alla Camera dei Comuni sui risultati del suo tentativo di 'piano B'. E sottoporre il giorno dopo al voto una mozione - emendabile dai deputati - o per illustrare un'intesa raggiunta con Bruxelles, o per sancire lo stallo e proporre una strategia alternativa.

Se un accordo non fosse approvato entro il 29 marzo, data già fissata per il Leave e non vi fosse una richiesta di proroga accettata dai 27, scatterebbe di default un divorzio 'no deal', senza accordo dunque. Il più temuto degli scenari che, però, avanza a grandi passi.