(Teleborsa) - Settimana positiva per lo spread che, dopo un periodo di forti turbolenze, ha beneficiato degli influssi energetici della sette giorni finanziaria. Il differenziale è tornato a vivere momenti di calo grazie alle dichiarazioni fatte dalla Federal Reserve che, nella riunione della Fomc, ha deciso di non variare i tassi dall'attuale 2,25-2,5%. L'orientamento della politica monetaria, in base alle incertezze geopolitiche giudicate in aumento, indirizzerebbe, inoltre, l'Istituto centrale americano verso un ipotetico taglio dei tassi e a presagirlo sarebbe anche le prospettive di due indicatori per esso primari nella scelta prossima: il primo, quello degli investimenti fissi, che li registrerebbe in indebolimento, e il secondo, quello dell'aspettativa di inflazione del mercato, atteso in ribasso.

Anche la Bank of Japan e Bank of England anno seguito lo stesso iter della sua omonima americana confermando il mantenimento dei tassi di interesse e l"impostazione accomodante della politica monetaria. Di stesso avviso anche il commento Mario Draghi che ha ventilato possibili nuovi aiuti riproponendo la formula whatever it takes ( qualunque cosa sia necessario).

Di risposta nel nostro paese lo spread Btp/Bund si è attestato in contrazione durante la settimana anche se, a fine seduta di oggi, è tornato a crescere a 244,7 punti base nonostante il Tesoro abbia assegnato 2,169 miliardi di Btp decennali scadenza il 1 febbraio 2028.