(Teleborsa) - I dati a consuntivo di fatturato delle aziende associate a Confindustria Moda (la federazione che riunisce le imprese e le associazioni del settore tessile moda e dell'accessorio) mostrano nel 2018 una crescita su base annua del +0,7%, salendo a 95,5 miliardi di euro. Anche nell'ultimo anno, si conferma la forte vocazione internazionale delle aziende associate, che hanno generato in complesso un export pari a 63,4 miliardi di euro, in crescita del 2,7% rispetto all'anno precedente (ovvero 1,64 miliardi in più rispetto).

Il 49,6% di tali flussi è assicurato dal tessile-abbigliamento, seguito da calzature e pelletteria rispettivamente con un'incidenza del 15,1% e del 12,9%; l'oreficeria-gioielleria copre il 10,2%, mentre occhialeria e concia risultano entrambe attorno al 6,0%, le pellicce nell'ordine dell'1,0%.

Sono i dati consuntivi relativi all'anno 2018 e i dati del primo trimestre 2019, presentati nel corso della prima Assise di Confindustria Moda dalla sua nascita, riunitasi sotto la presidenza di Claudio Marenzi. "Insieme si compete meglio - ha commentato Marenzi - questi risultati lo dimostrano chiaramente. Negli ultimi anni abbiamo lavorato tutti insieme per fare sistemam e aiutare industrie diverse, ma con problemi simili. Siamo l'unica filiera completamente integrata a monte e a valle, e abbiamo saputo coniugare un patrimonio di artigianalità e capacità di saper fare con una industria di successo e rappresentativa del nostro paese nel mondo. Abbiamo tante sfide davanti a noi, la formazione, la tutela e il Made in, la ricerca di una semplificazione del fisco e una riduzione del costo del lavoro, la liberalizzazione del commercio estero, la sostenibilità. Riusciremo ad avere successo solo se sapremo affrontarle insieme".

Contestualmente, l'import segna un incremento su base annua pari al +3,6%, più sostenuto quindi rispetto a quello sperimentato dalle vendite estere, e si avvicina ai 35,3 miliardi. Entrando nel dettaglio della ripartizione geografica degli scambi nei settori esaminati, nel 2018 la UE ha assorbito il 46,8% dell'export in valore, mentre ha generato il 45,4% delle importazioni. In termini complementari, le aree extra-Ue, invece, hanno coperto il 53,2% delle vendite italiane, mentre hanno assicurato il 54,6% delle importazioni. A fronte di simili
andamenti di export ed import, il saldo commerciale del comparto Tma oltrepassa i 28,1 miliardi di euro, guadagnando oltre 424
milioni nei dodici mesi (+1,5%). Il settore si conferma, quindi, il secondo settore industriale italiano per avanzo commerciale dopo la meccanica.

Per quanto riguarda i dati del primo trimestre, da gennaio a marzo 2019 il comparto Tma ha dimostrato la capacità di proseguire nell'affermazione sui mercati esteri: l'export cresce del +5,6%, per un valore complessivo di 16,6 miliardi di euro; l'import ammonta, invece, a 9,1 miliardi, grazie ad un incremento tendenziale del +2,3%. Il saldo commerciale risulta quindi pari a 7,4 miliardi, in virtù di un aumento del +9,9%. Questi dati mostrano un'accelerazione della crescita degli scambi con l'estero rispetto al primo trimestre del 2018, che aveva visto l'export chiudersi con una variazione del +2,1% e l'import del +0,8%, nonostante fosse atteso un risultato peggiore a causa delle criticità politico-economiche che hanno condizionano il quadro nazionale ed internazionale di riferimento.

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