(Teleborsa) - L'UE sta vagliando l'ipotesi di un reddito minimo per i giovani europei disagiati, cioè per coloro che vengono da famiglie in situazione di disagio e difficoltà, per favorirne l'inclusione sociale, attraverso un reddito dignitoso ed un posto di lavoro. Il pacchetto dovrebbe includere anche misure per frenare il precariato ed aiuti alle imprese che assumono giovani disagiati.

E' quanto anticipato dal Commissario europeo per il lavoro ed i diritti sociali Nicolas Schmit, in un'intervista a La Repubblica, spiegando che "la presidente della Commissione ha lanciato l’idea di prendersi più cura dei giovani, di chi in particolare ha un basso livello di competenze o di istruzione. Di chi ha abbandonato la scuola".

"Dobbiamo assistere i giovani che vengono da famiglie svantaggiate e che hanno un inizio di vita difficile. Bisogna far fronte alla crescente disuguaglianza sociale", ha spiegato il Commissario, indicando che questo "ascensore sociale" fa perno su un'indennità, una sorta di reddito minimo, che possa "aiutare le persone a iniziare o reiniziare la loro vita"

Schmit si esprime anche a favore del reddito minimo in senso proprio, definendolo uno strumento "giusto", anche se la contrattazione è senza dubbio "la soluzione migliore". "Ci sono Paesi, come l’Italia, che non lo prevedono - ha sottolineato - perché hanno un sistema di contrattazione collettiva molto forte".

In generale, il responsabile europeo delle politiche del lavoro ha parlato di un mercato del lavoro "dinamico", dotato di una "maggiore mobilità", che rappresenta l'altra faccia della medaglia rispetto alle politiche di inclusione.