(Teleborsa) - Sulle nuove certificazioni del Pei, relative al piano didattico degli alunni disabili, il Consiglio di Stato ribadisce la posizione del Tar del Lazio del 24 settembre scorso e respinge l’istanza cautelare presentata dal Ministero dell’Istruzione, poiché, ha spiegato, “il succedersi dei provvedimenti cautelari aventi possibili esiti diversi rischierebbe di determinare maggiori disfunzioni amministrative di quelle prospettate dall’appello”: nel negare la possibilità di un intervento immediato, anche perchè “le linee guida sanitarie non sono state ancora adottate”, i giudici di Palazzo Spada hanno previsto la discussione in Camera di Consiglio per il prossimo 25 novembre. Anief reputa la condivisibile la posizione, oltre che in linea con le sue battaglie legali

“È da tempo – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - che chiediamo l'applicazione di nuove norme sul Pei, ma abbiamo anche sempre detto che non si può utilizzare lo strumento del decreto per una materia complessa, quale è quella della didattica speciale e dell'inclusione, che doveva essere normata con un regolamento, così da garantire la congruità della norma rispetto alla riforma. Le famiglie, inoltre, avrebbero dovuto far parte dei gruppi di lavoro sulla disabilità creati appositamente, i cosiddetti “Glo”, invece sono state lasciate fuori. Come non è stato previsto un team di esperti, anche retribuiti, per poter partecipare al progetto di inclusione di ogni alunno con disabilità certificata”.

Il sindacalista autonomo ricorda anche che già il Tar ha avuto “da ridire sulla decisione di censurare la norma nella misura in taglia le ore agli alunni che hanno handicap così gravi da non permettere la frequenza di alcune attività. Ancora una volta, i tribunali fanno ordine su procedure non adeguate per garantire il diritto allo studio di chi ha bisogno della massima attenzione: noi, come sindacati, abbiamo avviato la decima edizione dell’iniziativa 'Non un'ora di meno', così da difendere ancora i diritti di tutti quegli alunni e di quelle famiglie che chiedono non un'ora in meno di sostegno rispetto alle richieste delle scuole. Non è possibile che si continui a negare le ore e l'assegnazione del personale chieste da medici e gruppi di lavoro, sulla base delle diagnosi e delle effettive necessità didattico-formative degli alunni”.