(Teleborsa) - Imporre di utilizzare le
risorse Ue del
Next Generation Eu nel quadro della Pac post 2020, vuol dire allungare a dismisura i tempi di attesa, vanificando il significato di questo pacchetto straordinario di fondi, che
nasce per aiutare gli agricoltori ad affrontare e superare la crisi e gli effetti del
Coronavirus.
Così
Cia-Agricoltori Italiani, che esprime la sua preoccupazione rispetto alla proposta della Commissione europea.
Il processo legislativo della
riforma Pac – ha ricordato Cia – ha subito dei rallentamenti ed è ormai certo che l’attuale
Politica agricola comune resterà in vigore ancora per altri due anni. Di conseguenza, i fondi per la ripresa del
Next Generation Eu (che devono essere utilizzati entro il 2024 attraverso le politiche di
sviluppo rurale) sarebbero disponibili per gli agricoltori solo dopo il 2022.
In questo modo però – ha continuato l'associazione – si rischia di vanificare gli effetti di queste risorse straordinarie, correndo il serio pericolo di non sostenere e
agevolare le aziende agricole nel superamento della crisi in atto. Aziende che, nel frattempo, sono anche chiamate a rispondere alle sfide del
Green Deal con un budget complessivo per la Pac ridotto.
“Bisogna offrire agli Stati membri l’opportunità di utilizzare in maniera efficiente i
15 miliardi di euro del fondo Next generation Eu dedicati all’agricoltura, eventualmente prevedendo una programmazione specifica –
ha commentato il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino – con lo scopo di dare alle imprese la possibilità di rimanere sul mercato e investire sul futuro. L’agricoltura deve rimanere parte integrante del sistema economico europeo e può essere il volano per la ripresa verso un’Europa più verde, digitale e sostenibile”.