(Teleborsa) - Il vertice straordinario del leader europei sul tema migranti si è concluso positivamente, nonostante le divergenze emerse di recente fra i Paesi membri sul problema delle quote.

Il piano di emergenza messo a punto dalla UE per ricollocare i 120 mila migranti di Italia e Grecia aveva infatti provocato una frattura fra l'Europa Occidentale e l'Europa dell'Est, per l'opposizione di Paesi come Romania, Repubblica ed Ungheria.

Il Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk alla fine del summit ha annunciato che i leader europei si sono ricompattati sul tema del controllo delle frontiere, definendo anche una data certa (fine novembre) per attivate i cosiddetti Hotspot, ovvero i punti di registrazione e smistamento dei profughi e dei semplici immigrati.

Il nuovo piano per affrontare l'emergenza dovrebbe anche prevedere la creazione di una guardia di frontiera europea, ma anche il sostegno ai Paesi limitrofi, come la Turchia, per gestire l'ondata di profughi in arrivo da Iraq e Siria. Definite anche le risorse per gestire l'emergenza: 1 miliardo all'ONU, 1,2 miliardi ai Paesi direttamente colpiti dall'emergenza ed 1 miliardo alla Turchia.

Alla soddisfazione espressa da Tusk e dal Presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker per l'intesa raggiunta al vertice, si è contrapposta una risposta più mite del Premier italiano Matteo Renzi, che ha parlato di un "passettino avanti" per risolvere il problema.