(Teleborsa) - Continuano a concentrarsi prevalentemente nell'ambito della Net economy e dell'industria 4.0 le professioni lavorative più introvabili.
L'istantanea sul mercato del lavoro nel 2015 scattata da Unioncamere e il Ministero del Lavoro mostra come la difficoltà di reperimento, risalita di poco in scia ai primi segnali di ripresa, interessi 76 mila posti di lavoro, 1 su dieci.
Questa difficoltà continua ad essere dovuta a due ragioni: la richiesta di specifiche competenze e di un'esperienza pregressa da parte delle imprese e un'offerta carente di alcuni titoli di studio.
Il primo problema è risolvibile con il potenziamento dell'alternanza scuola-lavoro, il secondo fattore è legato alla carenza di efficaci politiche di orientamento presso studenti e famiglie.
La categoria di lavoratori in cui è presente maggiore gap tra domanda e offerta è quella degli ingegneri. Il posto d'onore va agli analisti di procedure informatiche, seguiti dai progettisti di impianti per l'automazione industriale e dai tecnici specialisti di applicazioni informatiche.
L'unica professione di questa classifica non destinata a laureati in ingegneria ma comunque contraddistinta da una difficoltà di reperimento superiore alla media è quella di consulente di gestione aziendale, aperta ai dottori in Scienze economiche.
Lavoro, le imprese faticano a trovare i "maghi" della Rete
Lo dice un rapporto di Unioncamere sulle professioni introvabili in Italia
27 novembre 2015 - 12.40