(Teleborsa) - Non è passato molto tempo da quando il Fondo Monetario Internazionale (FMI) aveva dichiarato che la pesante flessione del prezzo del greggio avrebbe portato dei benefici all'economia mondiale. Da allora l'istituto di Washington sembra aver cambiato idea, affermando in uno dei suoi ultimi documenti che "la tanto anticipata spinta per l'economia globale deve ancora materializzarsi" e che questa si manifesterà solo quando i prezzi dell'oro nero si saranno risollevati un po'.

I mercati azionari globali non hanno creduto alla possibilità che le economie avanzate avrebbero tratto beneficio dal tonfo del petrolio, grazie all'effetto controbilanciante tra esportazioni ed importazioni, poiché rispetto ai cicli precedenti, questa volta i prezzi del greggio in ribasso coincidono con un periodo di lenta crescita economica, "così lenta che le principali banche mondiali hanno poca o nessuna capacità di abbassare ulteriormente i tassi di interesse al fine di sostenere la crescita e combattere pressioni deflative".

La situazione potrebbe addirittura aggravarsi, specificano gli esperti dell'istituto guidato dalla Lagarde, poiché i bassi prezzi del barile "potrebbero innescare default aziendali e sovrani, cosa che potrebbe avere una ricaduta sui mercati finanziari già nervosi".