(Teleborsa) - Il colosso telefonico cinese ZTE patteggia con le autorità USA, obbligandosi a pagare una multa di circa 1,2 miliardi di dollari, per aver violato la normativa statunitense sul divieto di fare affari con i Paesi inseriti nella "black list" (Iran e Corea del Nord).

La compagnia cinese si è dichiarata colpevole, dopo un accordo raggiunto con il dipartimento di Giustizia e quello del Commercio, riuscendo a contenere l'importo della sanzione in 892 milioni di dollari per la violazione in questione, relativa alla vendita di hardware e tecnologia a compagnie operanti in questi paesi, più altri 300 milioni per chiudere tutte le pendenze pregresse.

Su ZTE pendevano ben tre capi d'accusa, incluso quello di intralcio alla giustizia, per aver nascosto informazioni agli investigatori. "Abbiamo imparato tante lezioni da questa esperienza", ma detto il CEO Zhao Xianming, pomettendo anche un "cambiamento positivo" dell'azienda cinese.