(Teleborsa) - L’agricoltura crea valore, ma non "paga" chi la fa. Sembra un paradosso eppure è la realtà italiana.
Mentre il comparto fattura oltre 57 miliardi di euro sui campi, i redditi degli agricoltori calano dell’8% annuo (contro la media UE del 2%).
L’export del Made in Italy agroalimentare macina un record dopo l’altro superando la soglia di 38 miliardi sui mercati stranieri, i prezzi pagati ai produttori nel Paese diminuiscono, invece, di un altro 5% nell'ultimo anno. Così anche il settore primario: crea occupazione con quasi 1,2 milioni di unità attive, mentre l’imprenditore agricolo perde un giorno di lavoro su quattro per assolvere pratiche e adempimenti burocratici.
Sono tutti esempi di una distorsione che va corretta, chiede la CIA-Agricoltori Italiani suggerendo "interventi urgenti" che finalmente restituiscano centralità all’agricoltura, rafforzando il suo ruolo lungo la catena del valore.
L'associazione degli agricoltori, durante l'VIII Conferenza economica, in corso a Bologna, spiega che "un’equa redistribuzione dei rapporti nella filiera, tra le fasi a monte e quelle a valle, oggi non è più rinviabile". Così come la "semplificazione burocratica" e una "migliore organizzazione commerciale" del prodotto.
Agricoltura, il settore crea valore ma non “paga” chi produce: redditi -8%
Dalla Conferenza economica, a Bologna, l’allarme sulle distorsioni del Made in Italy agroalimentare che vale il 15% del PIL ma non riconosce ai produttori la giusta remunerazione
30 marzo 2017 - 10.36