(Teleborsa) - Il petrolio torna a correre sulla scia della notizia dell'attacco missilistico USA in Siria la scorsa notte. Il blitz delle forze navali statunitensi rischia infatti di rendere sempre più tesi i rapporti fra le varie controparti - Medioriente, Russia, Stati Uniti - dato che il Cremlino ha già condannato l'attacco.
Nelle contrattazioni elettroniche al Nymex, il contratto più vicino sulla qualità nordamericana Light Crude sale dell'1,35% a 52,39 dollari, mentre il Brent evidenzia un incremento dell'1,2% a 55,83 dollari all'IPE di Londra. La settimana aveva già rilevato un forte rialzo del prezzo del greggio.
Indubbiamente, i Future incorporano il premio per il rischio legato alla possibilità di tensioni sul mercato petrolifero, giacché gli Stati Uniti continuano a pompare barili di petrolio aggiuntivi, grazie all'offerta dello Shale Oil, ingrossando le scorte su nuovi record, mentre l'OPEC assieme alla Russia continua a ridurre l'offerta di 1,8 milioni di barili al giorno e sta pensando di prolungare il taglio oltre il mese di giugno.
I dati sulle scorte pubblicati mercoledì sono risultati negativi, con un aumento a sorpresa. Atteso oggi anche il report di Baker Hughes sui pozzi attivi in USA, che ogni settimana agisce da market mover per il mercato petrolifero.
Il petrolio balza sulla possibilità di tensioni Stati Uniti-Medioriente
I prezzi sono volati a Londra e New York con il WTI che segna un valore di 52,39 dollari al barile
07 aprile 2017 - 09.42