(Teleborsa) - Andamento a due colori per le principali Borse asiatiche, che si confermano comunque ai massimi di dieci anni.
A sostenere il sentimenti i dati sulla bilancia commerciale della Cina, che ha importato più delle attese anche se l'export è risultato leggermente al di sotto del consensus.
Gli investitori si sono concentrati anche sulla geopolitica in scia al tour di Trump in Asia. Ieri, a Seul, Presidente statunitense ha di nuovo puntato il dito contro la Corea del Nord.
A Tokyo l'indice Nikkei ha chiuso con un lieve calo dello 0,10% a 22.913 punti, poco sotto i massimi dal gennaio del 1992 toccati la vigilia. Il più ampio Topix porta a casa invece un guadagno dello 0,24% a 1.817 punti, il top dal 1991.
Tra le Borse cinesi piatte sia Shanghai che Shenzhen.
Positiva Seul +0,27%, debole Taiwan -0,20%.
Tra i listini che chiuderanno più tardi le rispettive sedute, poco sotto la parità Hong Kong -0,10%, che però si è portata ai massimi di dieci anni spinta dal comparto tecnologico, a sua volta galvanizzato dal debutto boom di China Literature.
Immobili Singapore e Bangkok, deboli Kuala Lumpur -0,20% e Jakarta -0,31%.
Nessuna variazione per Mumbay e Sydney, quest'ultima dopo il rally della vigilia sostenuto dalla decisione della Banca Centrale australiana di lasciare i tassi di interesse fermi come da attese, segnalando che il costo del denaro potrebbe mantenersi sugli attuali livelli per ancora molti mesi a causa dell'inflazione "ostinatamente bassa".
Borse asiatiche miste. A Tokyo indice Topix ai massimi dal 1991
I listini asiatici hanno beneficiato dei numeri sull'import/export giunti dalla Cina
08 novembre 2017 - 08.39