(Teleborsa) - I prezzi dell'oro scendono dai massimi di quattro mesi, raggiunti di recente, complici i guadagni messi a segno dal dollaro, con l'attenzione degli investitori catalizzata su una serie di dati macro statunitensi, in arrivo già da oggi.

Il lingotto con consegna immediata scambia a 1.330,81 dollari con un lieve incremento dello 0,22% e si confronta con il top a 1.339,20 dollari l'oncia raggiunto la vigilia, che ha segnato il livello più alto da settembre 2017.

Il biglietto verde, recentemente sotto pressione, ha ritrovato forza sostenuto dai segnali emersi dal Beige Book, il rapporto della Fed pubblicato ogni sei settimane sullo stato di salute dell’economia americana, condotto nei 12 distretti in cui opera l'istituto. La banca centrale statunitense ha detto che l'effetto della riforma fiscale voluta da Donald Trump ha finora avuto un effetto "sordo" sull'economia a stelle e strisce, ma i piani della Fed che prevedono tre aumenti dei tassi, quest'anno, sono ancora sulla buona strada.

Una divisa USA più debole, tende a rendere l'oro più appetibile come investimento, dato che le materie prime sono denominate in dollari statunitensi. Viceversa, quando il biglietto verde sale, il metallo prezioso tende a indebolirsi.

L'agenda macroeconomica odierna, prevede un aggiornamento sul mercato del lavoro (richieste di sussidio alla disoccupazione), sul settore immobiliare (avvio di cantieri e permessi edilizi) e sull'andamento della produzione manifatturiera nel distretto Fed di Philadelphia.