(Teleborsa) - La contenuta crescita registrata a gennaio, con il conseguente "appiattimento" del profilo dell'inflazione tendenziale, è un dato che non sorprende, ma in assenza di elementi di particolare tensione, "rende difficile stabilire" se in questo scenario sia da privilegiare l'interpretazione positiva della bassa inflazione che sostiene i redditi o se debbano prevalere le preoccupazioni sulla debolezza dei consumi.

Questo il commento dell'Ufficio Studi Confcommercio alle stime preliminari rilasciate dall'ISTAT, che prevede un rallentamento dell'inflazione a gennaio.

Tuttavia - spiega la Confederazione delle imprese - la presenza di un "quadro inflazionistico moderato" anche nel complesso dell'Eurozona, conferma le "attese di un'uscita lenta e cauta dalla fase dei bassi di tassi d'interesse", condizione che "agevola" le decisioni d'investimento delle imprese, sempre che emerga una "genuina" domanda di accumulazione di capitale produttivo.