L’annuncio è stato dato oggi nel corso di un evento presso la sede dell’ENEA a Roma, in cui è stato illustrato nel dettaglio il contributo tecnologico italiano a questa nuova generazione di macchine per la fusione nucleare, che accenderà il primo plasma nel 2020.
Il reattore JT-60SA è stato realizzato nell’ambito dell’accordo di cooperazione scientifica Broader Approach tra Ue e Giappone, che ha visto ricerca e industria italiane in prima linea nella realizzazione della componentistica ipertecnologica.
Un risultato reso possibile dalla sinergia tra ENEA e Consorzio ICAS, di cui l’Agenzia è coordinatore, le aziende Walter Tosto, OCEM Energy Technology, Poseico e ASG Superconductors della famiglia Malacalza (nei cui stabilimenti di Genova sono state assemblate) e il Ministero dello Sviluppo Economico che ha finanziato l’intera fornitura attraverso la Ricerca di Sistema Elettrico Nazionale.
Oltre alla fornitura delle bobine italiane e di 20 casse di contenimento (utilizzate per tutte le 20 bobine, anche per quelle prodotte in Francia), l’ENEA insieme ai partner italiani si è occupata per Broader Approach della progettazione e della realizzazione di altri componenti di grande interesse tecnologico e industriale del tokamak, come il sistema di alimentazione; inoltre, ha partecipato alla progettazione e realizzazione della sorgente neutronica IFMIF (International Fusion Materials Irradiation Facility), che grazie a un intenso flusso di neutroni ad alta energia (fino a 14MeV) permetterà di testare i nuovi materiali per i reattori a fusione.
E proprio questa "ciambella" hi-tech sarà il cuore dell’esperimento euro-nipponico per l’energia da fusione che preparerà la strada a ITER, il reattore sperimentale in costruzione in Francia che entrerà in funzione nel 2025 grazie alla collaborazione tra Unione europea, Stati Uniti, Russia, Giappone, Cina, India e Corea del Sud.
Attualmente l’Italia dà un contributo rilevante ai principali programmi di ricerca internazionale sulla fusione (ITER, DEMO e Broader Approach) ed è tra i partner principali delle agenzie europee (EUROfusion e Fusion for Energy). ENEA partecipa a queste iniziative avvalendosi delle competenze del Dipartimento Fusione e Tecnologie della Sicurezza Nucleare presso i Centri Ricerca di Frascati e Brasimone.
Presso il Centro Ricerche ENEA di Frascati, vicino Roma, sarà realizzato a breve il polo scientifico-tecnologico Divertor Tokamak Test (DTT), uno tra i progetti più avanzati al mondo nel campo della ricerca sulla fusione nucleare, che prevede l’impiego di 1.500 persone altamente specializzate e un ritorno stimato di 2 miliardi di euro a fronte di un investimento di circa 500 milioni.