(Teleborsa) - Anno 2018 positivo per Menarini, il Gruppo farmaceutico multinazionale italiano con sede a Firenze e ora presente in 136 paesi nel mondo che ha registrato un fatturato di 3,660 miliardi di euro, con una crescita dell'1,6% nonostante le "flessioni" subite per la scadenza, peraltro prevista, di un importante brevetto e per l'effetto negativo dei cambi.

Il Gruppo è riuscito a compensare, infatti, quasi 200 milioni di perdita di fatturato derivante dalla scadenza del brevetto dell'Olmesartan (trattamento ipertensione) e dall'impatto negativo dei tassi di cambio specialmente in Russia e in Turchia. Dati questi, presentati appunto nella città capoluogo della Toscana in occasione di uno dei tradizionali periodici incontri dei vertici dell'azienda con la stampa, il Presidente Eric Cornut, manager svizzero esperto del settore farmaceutico approdato nell'azienda italiana da quasi un anno, e la famiglia Aleotti, ovvero i fratelli Lucia e Alberto Giovanni, presenti entrambi nel Consiglio di amministrazione.

DIPENDENTI A SEGNO PIU', MAGGIORANZA DONNE - Continua anche la crescita dei dipendenti. Un dato particolarmente interessante in un contesto generale lavorativo in cui le donne fanno fatica è proprio quello che riguarda la componente femminile: nel 2018 sono state assunte 600 persone, di cui il 60% donne, per un totale di 17.632 dipendenti. E alcune filiali Menarini nel mondo hanno solo donne come dipendenti.

GUARDANDO A ORIENTE - A livello di fatturato, i paesi più importanti per l'azienda si confermano l'Italia, la Germania e la Russia, ma l'azienda ha continuato a mostrare, in scia del trend degli ultimi anni, un forte interesse per l'area asiatica, con evidenti segnali di crescita in Cina (+42%)e Thailandia. Sviluppo anche in Polonia e Centro America.

Il Gruppo infine continua ad investire in Ricerca e Sviluppo focalizzandosi principalmente nell'area dell'oncologia e dei farmaci contro i batteri antibiotico resistenti.