(Teleborsa) - La sostenibilità è il tema dell'’edizione 2019 del Salone del Risparmio appena concluso, oltre che il vero parametro di riferimento da dover rispettare per rientrare all’interno di alcuni tra i più grandi fondi di investimento del mondo. Ma quanto vale il settore degli investimenti sostenibili e sono davvero una buona alternativa a quelli tradizionali? Secondo le indagini di mercato e dai risultati ottenuti nelle principali borse mondiali durante gli ultimi anni, alcuni dei quali particolarmente brillanti, la risposta a tale quesito sembrerebbe positiva.

I Fondi Etici hanno iniziato ad emergere e ad ottenere i primi successi a partire dagli anni 2000, diffondendosi velocemente sino ad oggi come principale strumento di gestione di risparmio tra gli investitori retail - che in vent'anni sono diventati moltissimi - attenti alle tematiche ambientali e sostenibili.

La maggior parte di questi fondi, riconoscibili tramite la sigla ISR (Investimento Sociale Responsabile) che identifica aziende che adottano una policy di Corporate Social Responsability, sono anche estremamente allettanti per gli stakeholder sia dal punto di vista di rendimento sia da quello della volatilità.

Negli ultimi tre anni infatti la sostenibilità sembra aver battuto i principali benchmark di riferimento italiani ed europei, soprattutto nell'ambito degli azionari e nei tematici, rimanendo seconda solo ai mercati emergenti ed europei.
Per quanto riguarda il secondo parametro, ovvero la volatilità, i fondi sostenibili hanno anche presentato una deviazione standard annualizzata nettamente inferiore rispetto a quella dei principali panieri tradizionali. Due elementi che, uniti alla salvaguardia dell'ambiente, porterebbero molti degli investitori a prediligerne l'impiego.