(Teleborsa) - Il primo trimestre 2019 ha visto una contenuta crescita dell'export dell'Italia, con il Centro che ha riportato un ampio aumento delle vendite all'estero (+7%) e tutte le altre ripartizioni territoriali che risultano in flessione: -2,4% per il Sud e Isole, -1% per il Nord-est ed il Nord-ovest.

La spinta fornita all’export nazionale dal Centro è marcata anche in termini tendenziali (+15,1%), mentre appare più contenuta per il Sud (+2,5%) ed il Nord-est (+2,4%) ed in diminuzione per il Nord-ovest registra (-2%). Peggio le Isole con una forte contrazione delle vendite (-17,6%).

Tra le regioni più dinamiche all’export, si segnalano Molise (+59,1%), Lazio (+21%), Toscana (+16,1%) e Puglia (+9,7%). In particolare, la crescita molto sostenuta di Lazio e Toscana contribuisce per oltre 2 punti percentuali all’aumento tendenziale dell’export nazionale. Diversamente, si registrano ampi segnali negativi per Sardegna (-17,7%), Sicilia (-17,5%), Basilicata (-16,3%) e Calabria (-14,7%).

Le prime dieci province che realizzano il più ampio contributo alla crescita tendenziale dell’export nazionale sono localizzate nel Centro e nel Nord-est e determinano un impatto complessivo sulle vendite all’estero superiore a 3 punti percentuali. Performance positive soprattutto per Firenze, Latina, Frosinone, Bologna e Arezzo.

A livello di settore, le vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici dal Lazio e di articoli in pelle, escluso abbigliamento e simili e di metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti, dalla Toscana contribuiscono alla crescita tendenziale dell’export nazionale per 1,6 punti percentuali.

Su base annua un impulso positivo alla crescita dell’export nazionale proviene dalle vendite della Toscana verso Svizzera (+84,2%) e Regno Unito (+34,7%), del Lazio verso gli Stati Uniti (+113,7%) e dell’Emilia Romagna verso il Regno Unito (+19,6%).