La Procura ha autorizzato proprio questa mattina, 1° luglio 2019, la diffusione del video che era stato sequestrato dalla Guardia di Finanza subito dopo la tragedia, su ordine dei pubblici ministeri Massimo Terrile e Walter Cotugno. Il video viene infatti ritenuto la "prova" principe delle cause e delle dinamiche del crollo di Ponte Morandi, poiché si vede chiaramente cedere lo "strallo" e venir giù l'impalcato del pilone 9, che inghiottì auto e camion il giorno della tragedia.
La società Autostrade per l'Italia nel commentare il video, ha precisato che "non inquadra tutti i componenti essenziali del ponte" e che "ad oggi, sulla base del video e dei parziali risultati del primo incidente probatorio non è possibile – ad opinione degli esperti di Autostrade per l’Italia - affermare che il crollo sia stato determinato dal cedimento dell’attacco degli stralli".
"I consulenti di ASPI - si precisa - continueranno a collaborare affinché le cause del crollo vengano accertate, comparando anche le risultanze dei diversi filmati messi a disposizione, che hanno diversi livelli di elaborazione delle immagini rispetto all'originale".