(Teleborsa) - Tim Cook e il vice presidente di Apple, Deirdre O’Brien, di nuovo in campo in difesa degli immigrati e contro le politiche del presidente americano Donald Trump: i responsabili della casa di Cupertino hanno presentato alla Corte Suprema un amicus curiae, memoriale informale, in cui sostengono che sono proprio i dreamer, gli immigrati entrati irregolarmente negli Stai Uniti da bambini, che hanno contribuito maggiormente al successo di Apple.

Nella lettera si ribadisce l'appoggio al provvedimento varato dall'amministrazione Obama per la loro protezione, a cui l'amministrazione Trump vuole porre fine, sul quale l'Alta corte dovrà pronunciarsi il prossimo novembre.

Cook, in particolare, sottolinea come i dreamer siano in gran parte alla base non solo del successo della sua azienda ma anche una ricchezza per l'intero Paese. Apple, si legge nella lettera, ha impiegato 443 dreamer in 36 Stati, provenienti da 25 Paesi. Un numero che è aumentato rispetto ai 250 del 2017. "Non li abbiamo assunti per gentilezza o carità - ha scritto Cook - L'abbiamo fatto perché incarnano la strategia di innovazione di Apple. Provengono da ambienti diversi e mostrano svariate competenze ed esperienze che permettono loro di affrontare i problemi da diverse prospettive".