(Teleborsa) - Forte battuta d'arresto per l'industria meccanica italiana. In seguito alla crisi Covid-19 il fatturato, nel 2019 pari a 49,1 miliardi di euro, è crollato del 9,4% con una perdita pari a 4,5 miliardi. Numeri che riportano i valori di produzione al 2016. Il numero di addetti del settore, che nel 2019 superava le 221.300 unità, è calato di -0,4%. Nell'export il comparto registra un un calo a doppia cifra del -19,7%, equivalente a una perdita di oltre 3 miliardi su un totale di 12,34 miliardi di euro di esportazioni, contro i 15,37 del primo semestre 2019. Questo il quadro della meccanica italiana che emerge dai dati del primo semestre elaborati dall'Ufficio Studi di Anima Confindustria.

"I numeri sono sicuramente preoccupanti nonostante una ripresa della produzione negli ultimi mesi. A gravare – osserva il presidente di Anima Confindustria, Marco Nocivelli – è soprattutto la battuta d'arresto del lockdown che ha visto troppi macchinari spegnersi in troppe aziende. Il calo di oltre 4,5 miliardi di fatturato significa fabbriche che rischiano di chiudere, o che hanno già chiuso, e la conseguente perdita di posti di lavoro. Oggi le misure a pioggia potrebbero non essere sufficienti per chi è in difficoltà, e non essenziali per gli altri". I tale scenario per Nocivelli è necessario "evitare iniziative tattiche poco incisive a livello nazionale e poco rilevanti sul fronte della produttività generale. Per ripartire veramente, – afferma – abbiamo bisogno di misure massicce in pochi ambiti in grado di generare valore a cascata e far ripartire il Treno Italia sui binari della sostenibilità produttiva e con un'energia basata su velocità ed efficienza".

Nel dettaglio dei settori, la Produzione di energia scende a 15,05 miliardi di euro (-7,4%). Hanno un grosso impatto in questo calo le esportazioni (-9,9%), con gravi perdite all'estero per turbine a gas (1,49 miliardi, - 17,5%) e turbine a vapore (-21,9%), motori a combustione interna (-18,0%) e pompe (1,45 miliardi, -11,3%). Si prevedono perdite contenute per il montaggio degli impianti industriali sul fatturato 2020 (3,62 miliardi, -2,3%). Fanno eccezione in questo comparto gli strumenti di misura per gas, carburanti ed acqua, che non registrano variazioni rispetto al 2019 (1,02 miliardi di fatturato). Il comparto della Logistica e Movimentazione registra un calo del -13,8% con un valore di produzione che si attesta intorno a 4,84 miliardi di euro. Per gli impianti ed apparecchi per il sollevamento e trasporto è previsto un fatturato di 2,7 miliardi di euro (-15%), anche i carrelli industriali semoventi perdono circa -15% (1,4 miliardi). Meglio per le scaffalature industriali, in calo del -4,1% ma con un valore export che rimane stabile sui 415 milioni di euro. La produzione di Tecnologie Alimentari sembra essere il settore maggiormente colpito, con una perdita del - 13,5% sul fatturato 2020 (4,55 miliardi): pesa il -15,7% delle esportazioni. Scendono sotto il miliardo le attrezzature frigorifere per il commercio (900 milioni, -11,3%), sotto i 200 milioni le macchine ed impianti per molini (-20,9%) e quelle per la trasformazione della frutta (-15,1%). Per quanto riguarda l'export, -18,5% per gli articoli casalinghi (485 milioni di euro), -14,9% le macchine da caffè espresso (315 milioni di euro). Il fatturato 2020 delle Tecnologie e prodotti per l'Industria dovrebbe attestarsi sui 2,94 miliardi (-7%), subendo quindi perdite leggermente più contenute rispetto ad altri settori. Le previsioni per il comparto della saldatura e taglio parlano di un settore stabile sui 1,21 miliardi di fatturato nel 2020, mentre gli impianti di finitura perdono il -3,6%. Pesa il dato alla voce "export" dei forni industriali, passati da 1,16 miliardi di euro nel 2019 ai 955 milioni di quest'anno. Un anno in negativo anche per Edilizia e Infrastrutture: -9,3% con 14,03 miliardi di fatturato previsto dall'Ufficio Studi Anima. Macchine edili, stradali, minerarie ed affini segnano -14,9% (2,35 miliardi); -4,6% per apparecchi e componenti per impianti termici (2,08 miliardi di euro), tenute in buona parte dal mercato interno. Valvole e rubinetti registrano -10,3% con 6,75 miliardi di euro di fatturato nel 2020: un calo che vede come voce principale i circa 550 milioni di euro non incassati dall'export. Il comparto delle Macchine ed impianti per la Sicurezza dell'uomo e dell'ambiente, registra un fatturato a fine anno intorno ai 3,13 miliardi di euro (-8,4%). Stabili gli impianti per il trattamento dei rifiuti, in calo impianti e apparecchi per la depurazione di acque reflue (-5,2%, 235 milioni di euro) e materiali antincendio (1 miliardo, -6,5%). Il comparto più penalizzato riguarda le serrature, ferramenta e maniglie, che scendono a 1,4 miliardi di euro nel 2020 (-11,7%).

Sul fronte dell'export gli Stati Uniti rimangono la prima destinazione per la meccanica italiana con 1,29 miliardi di euro di scambi commerciali nel primo semestre 2020, nonostante il crollo del -21,9% rispetto allo stesso periodo del 2019. Anche la Germania, che mantiene il secondo posto tra i paesi di destinazione export, soffre una forte riduzione (-17,8%). Così anche la Francia (-17,5%), il Regno Unito (-23%) e la Spagna (-25,5%). "L'industria meccanica italiana, con una quota export del 58,3% nel 2019, – commenta Nocivelli – è sicuramente uno dei settori maggiormente colpiti da questa crisi. Ci preoccupa in modo particolare la riduzione delle esportazioni che sono sempre state l'ancora di salvezza e il motore trainante delle nostre aziende quando la morsa della crisi economica si stringeva. Ora è necessario recuperare le quote perse all'estero, ma l'industria non deve essere lasciata sola. La pandemia, tra le altre cose, ci ha ricordato che nessuno si salva da solo e, proprio per questo, è tempo che tutti insieme, Ue, istituzioni, imprenditori e collaboratori, ci si armi di determinazione e voglia di ricominciare".