"Sicuramente le autonomie regionali, che spesso funzionano meglio del governo centrale, vanno tutelate tuttavia – spiega Ferretti – in una situazione, come quella attuale, di emergenza conclamata, le decisioni da prendere devono essere centralizzate a livello di governo. Non è possibile – continua l'economista – che il governo decida oggi di mantenere aperte le scuole e domani Vincenzo De Luca decida di chiuderle in Campania. Non è possibile che lo stesso governatore ricatti il governo dicendo 'se non chiudi tu la Campania oggi la chiudo di mia iniziativa domani'. Non è possibile che la Campania sia assolutamente favorevole a un lockdown nazionale, la Lombardia assolutamente contraria, e la Calabria proponga di allungare l'orario di apertura dei ristoranti fino alle 23". Questo – precisa Ferretti –
"non vuol dire che le misure debbano essere uguali su tutto il territorio nazionale. Se in Lombardia ci sono 10mila casi ma il Covid-19 non ha ancora bene individuato dove sia il Molise le misure devono essere prese a livello centrale e non sotto il ricatto della specifica regione".
Ad alimentare l'avanzata del Covid-19 sono, per l'economista, soprattutto le "forti dosi di incertezza presenti nel sistema che mettono il decisore di fronte al bivio: salvo la salute o l'economia?". Uno scenario aggravato – conclude Ferretti – dai forti contrasti tra i diversi livelli decisionali.