(Teleborsa) - Era l'unica offerta arrivata all'asta del Tribunale Civile di Bologna, ma è stata quella giusta per scongiurare la disgregazione o lo spogliamento degli asset di Offine Maccaferri, oltre che il suo abbandono del capoluogo emiliano. Ad aggiudicarsi la storica realtà bolognese, a 141 anni dalla sua nascita, è stata Ad Hoc Group, una società creata per l’occasione dal fondo americano Carlyle assieme ad altri due fondi d’investimento, Stellex e Man Glg, che sono anche i principali creditori dell’azienda.

I fondi hanno offerto 500mila euro, più altri 8,8 milioni che verranno versati al raggiungimento di una serie di condizioni, oltre a un finanziamento ponte da 40 milioni. Entro il 18 dicembre sarà depositato il piano concordato, che faciliterà il deleveraging della società. Ahg, sottolinea una nota della cordata, "crede nelle potenzialità di Officine Maccaferri e supporterà l'azienda a preservare la sua leadership mondiale nella progettazione e produzione di soluzioni ingegneristiche".

Quello aggiudica all’asta dagli americani è solo un pezzo della galassia Maccaferri, ma anche il più ingombrante, con 500 milioni di fatturato sul miliardo del gruppo e 3mila dipendenti nel mondo, di cui 80 a Bologna. Per le altre società del gruppo, sono aperte trattative per la vendita ad altri gruppi, anche stramite lo scorporamente di controllate della stessa realtà, come nel caso di Samp.