(Teleborsa) - Con la crisi di governo aperta il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, chiede alla politica "di uscire dalla gabbia dei personalismi". "È questa – spiega in un'intervista al Corriere della Sera – la vera emergenza. Si tende troppo a personalizzare e a cercare lo scontro ideologico. Nessuno parla più della realtà, ma la realtà bussa alla porta e presenta il conto".

"Abbiamo buoni rapporti con singoli ministri, ma nel complesso questo – afferma Bonomi – è stato un governo molto chiuso su se stesso. Non ci ha mai dato risposte: zero sul piano Italia 2030 che portammo agli Stati generali, zero sul piano 2030- 2050 che abbiamo presentato all'assemblea generale". Bonomi non pretende che il governo faccia ciò che dice Confindustria ma lancia un appello ad "essere consultati" dal momento che "l'industria manifatturiera è quella che tiene in piedi il Paese, è il settore che genera indotto per i servizi ed è quello che va meglio: nel 2019, in piena crisi e nel silenzio generale, il manufatturiero italiano è persino salito di una posizione da ottavo a settimo nel mondo".

Per quel che resta della legislatura Bonomi si augura che "ci sia un governo disponibile ad ascoltare chi ha dimostrato capacità di far crescere il Paese. Se vogliamo la decrescita felice, – aggiunge – è un'altra storia. Ma se invece vogliamo aprire la strada della ripresa si può immaginare che l'industria tutta sia una delle voci ascoltate, e non solo nel nostro interesse. Per esempio abbiamo detto che siamo disposti a mettere in discussione gli sgravi fiscali. Ma per generare risorse per la competitività. Non per cercare qualche dividendo elettorale aumentando la spesa corrente".

Sul fronte del documento sul Recovery approvato in Consiglio dei ministri il presidente di Confindustria si mostra molto critico. "Si è arrivati ad approvarlo senza dibattito né confronto – afferma Bonomi –. Non ci hanno mai interpellati. Quanto alla sostanza, ho cercato di leggerlo più volte ma non ci ho trovato una visione". Tra le carenze riscontrate da Bonomi nel piano figurano l'assenza di un percorso per il Sud e dell'indicazione di riforme, obiettivi e indicatori di performance. Mancano altresì, sottolinea il presidente di Confindustria, i rendimenti attesi degli investimenti e riferimenti degni di nota al Fisco. In sostanza per Bonomi "non è il progetto adatto a cogliere un'occasione unica".

Nell'attuale scenario che vede molte deficienze nella struttura della sanitaria Bonomi afferma che "il Mes è da prendere". E sulla stabilità finanziaria dell'Italia mostra preoccupazione. "Siamo appena al 12 gennaio e stiamo già facendo uno scostamento di bilancio di 24 miliardi. Usiamo i 65 miliardi del Recovery a copertura di provvedimenti già presi. E l'Europa – conclude il presidente di Confindustria – non sarà disposta per sempre ad accettare un continuo aumento del debito. Chiediamoci ora cosa succederà quando gli altri Paesi ripartiranno, se noi restiamo fermi come in passato".