(Teleborsa) - Oltre 80 Paesi hanno sostenuto la posizione giustificata della Cina sullo Xinjiang al Consiglio dei diritti umani dell'Onu. È quanto ha ribadito il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, in conferenza stampa con l'omologo russo Sergei Lavrov alla fine dell'incontro di due giorni di Guilin, nel Guangxi, commentando la guerra di sanzioni tra Pechino e l'Occidente innescata ieri dal via libera da parte dei 27 ministri degli Esteri Ue alle misure restrittive per quattro ufficiali cinesi della regione dello Xinjiang colpevoli di violazioni dei diritti umani sulla minoranza musulmana degli uiguri.

"Queste mosse regressive non possono fermare il cammino della Cina, né invertire la tendenza dello sviluppo storico" ha sottolineato Wang aggiungendo che "le poche forze occidentali che diffamano e calunniano la Cina dovrebbero sapere che l'era dell'interferenza arbitraria nei suoi affari interni con storie inventate o bugie fabbricate è finita e non farà più ritorno".

Nel comunicato congiunto diffuso al termine dell'incontro a Guilin Wang e Lavrov hanno affermato che "tutti i Paesi dovrebbero prestare eguale attenzione a promuovere i diritti umani, opporsi alla politicizzazione delle questioni relative ai diritti umani, astenersi dall'utilizzo delle questioni dei diritti umani per interferire in questioni interne di altri Paesi e impegnarsi in doppi standard".