(Teleborsa) - Tassi d'interesse in aumento e riduzione del bilancio formato maxi della Fed: sono queste le mosse quasi scontate della banca centrale statunitense, che chiuderà stasera il primo meeting dell'anno. La Fed è alle prese con la sua prima grande battaglia contro l'inflazione dopo decenni e dopo due anni di politiche super accomodanti per contrastare l'impatto economico e finanziario della pandemia, che hanno fatto schizzare l'indice dei prezzi al consumo al 7% al top dal 1982.

Per questo motivo la banca centrale statunitense dovrebbe segnalare che è pronta ad aumentare i tassi di interesse a marzo e prendere in considerazione altre politiche restrittive per combattere l'inflazione, ribaltando la politica accomodante messa in atto per combattere la pandemia, nonostante si agiti sullo sfondo una violenta correzione del mercato azionario. Il sell-off del mercato azionario ha reso solo più difficile il lavoro della Fed.

"Non ci aspettiamo che appaiano accomodanti", afferma Mark Cabana, esperto di Bank of America, aggiungendo "il mercato sembra reagire al calo delle azioni, oltre alle tensioni geopolitiche, quindi forse la Fed non suonerà così aggressiva come avrebbe fatto altrimenti".

I funzionari della Fed dovrebbero anche discutere quando ridurre il bilancio monstre di quasi 9.000 miliardi di dollari, che è più che raddoppiato durante la pandemia. Il programma di acquisto di asset, che parimenti dovrebbe concludersi a marzo, è stato il principale contributore alle dimensioni del bilancio, ma ci si attende ora che la liquidazione dei titoli in portafoglio prenda il via fra maggio e giugno. Muovendosi contemporaneamente sul bilancio e sui tassi, la Fed accelererebbe il ritmo della stretta.

"Ci aspettiamo un discorso deciso sull'inasprimento della sua politica monetaria per contrastare le minacce inflazionistiche, ma nessun annuncio concreto a parte la conferma di un primo rialzo dei tassi a marzo", sostiene Franck Dixmier, Global CIO Fixed Income di Allianz Global Investors, aggiungendo "l'obiettivo del FOMC dovrebbe essere quello di guadagnare tempo, e quindi visibilità, affinché le sue previsioni economiche riacquistino credibilità". "Questo incontro non dovrebbe avere alcun impatto sui mercati", conclude l'esperto ricordando che la curva dei tassi già sconta cinque rialzi dei tassi previsti per il 2022.

Tiffany Wilding, economista esperta di America Settentrionale di PIMCO ritiene che "la Fed usi la riunione - l'ultima prima dell’atteso lift-off a marzo - per segnalare formalmente un imminente rialzo dei tassi, modificando la dichiarazione sulle condizioni del mercato del lavoro", in modo tale da "affermare che l'occupazione massima sarà probabilmente presto raggiunta". L'attesa dunque è che "la Fed usi questo incontro per ribadire la recente guidance: i funzionari ora si aspettano un lift-off a marzo, tre o quattro rialzi dei tassi quest'anno e un inizio più rapido e anticipato della stretta quantitativa (QT) a giugno o settembre".

Secondo Keith Wade, Chief Economist & Strategist di Schroders, "Omicron sta portando la Fed ad agire più velocemente, ma c’è il rischio di un rialzo dei tassi più rapido e più sostanzioso" che potrebbe portare i tassi su un picco del 3% nello scenario di un radicamento dell’inflazione o di una spirale al rialzo dei salari. "La nostra opinione è che i tassi non arriveranno a toccare tali livelli e che il picco raggiunto sarà più basso", rassicura l'analista, affermando "la questione più imminente riguarda il crescente rischio di incorrere in una fase di stagflazione, con l’effetto disruptive di Omicron e la Fed che cerca di tenere l’inflazione sotto controllo".







(Foto: Salvatore Cavalli)