(Teleborsa) - Mentre è stato relativamente semplice abolire dogane e barriere fisiche per creare un'unica area di movimento, l'unificazione dei mercati dei capitali e bancari tra i paesi europei è stata più impegnativa. Ciò ha portato a programmi politici, come l'unione bancaria e l'unione dei mercati dei capitali, che sono ancora in gran parte incompiuti. Lo afferma S&P Global Ratings in un report che riflette sui flussi di capitali all'interno del mercato unico dell'UE a 30 anni dalla sua creazione.

Secondo S&P, "i flussi di capitale hanno continuato ad arrancare". Mentre i flussi di capitali privati all'interno dell'UE erano progrediti uniformemente tra le varie regioni fino alla crisi finanziaria globale e alla crisi del debito della zona euro, da allora sono stati diretti principalmente verso i paesi core dell'UE e i paesi del nord, lasciando indietro i paesi del sud e dell'est.

Solo quattro paesi rappresentano i due terzi dei finanziamenti intra-UE. Germania, Francia, Italia e Lussemburgo sono infatti i principali finanziatori del resto d'Europa. Tale concentrazione non è anormale, spiega il rapporto, dato che la capacità di prestito di un paese riflette normalmente la dimensione della sua economia - cioè, la profondità del suo pool di risparmio nazionale - e che la dimensione delle economie degli Stati membri dell'UE differisce notevolmente.

"Uno sviluppo incoraggiante è che la pandemia di COVID-19 non ha portato a una diminuzione dei flussi di capitali tra i paesi dell'UE - ha affermato Sylvain Broyer, capo economista EMEA di S&P Global Ratings - La risposta politica coraggiosa e coordinata alla pandemia ha contribuito a mantenere la condivisione del rischio privato".

Positiva anche la crescita del Lussemburgo e dell'Irlanda, entrambe piccole economie in termini di PIL dell'UE, come grandi hub per i fondi transfrontalieri.

"In termini di flussi di capitale non UE nell'economia dell'UE, vediamo che gli investimenti statunitensi nelle azioni europee sono cresciuti in modo significativo nell'ultimo decennio", ha aggiunto Broyer.

Nel frattempo, le attività finanziarie del Regno Unito verso l'economia UE sono rimaste stagnanti, principalmente a seguito dell'acquisto di obbligazioni da investitori esteri da parte della BCE, nell'ambito del programma di quantitative easing, più che per l'uscita del Regno Unito dall'UE nel 2020.

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