(Teleborsa) - L’aviazione civile mondiale è ad un passo dal pareggiare i conti del 2019. La Iata, associazione internazionale del trasporto aereo, ha riportato nel periodo da gennaio a novembre 2023 un aumento del traffico pari al 29,7% rispetto ai primi undici mesi del 2022, riferito al rapporto km/passeggeri. Il che si traduce in un aumento della quota di traffico pari al 99,1% di quello registrato nel 2019.

In attesa del dato di dicembre 2023, certamente migliorativo rispetto all’anno precedente, il gap può dirsi colmato in anticipo di un biennio. Anche il load factor è cresciuto fino all’82%.

A fare da traino alla ripresa soprattutto il traffico che si è generato in Nord America e nel settore Asia-Pacifico. Buona la performance europea, con un incremento del 14,8% rispetto al 2022 e un load factor dell’83%, ma non sufficiente a tornare ai livelli pre-pandemia.

Naturalmente, a pesare sulle prospettive di ulteriore crescita del traffico aereo sono i ritardi nelle consegne di nuovi aeromobili da parte dei due maggiori costruttori aeronautici, Airbus e Boeing, con il gigante americano alle prese con un nuovo problema tecnico sul modello 737 Max-9, il sempre presente rischio di rincari del prezzo del petrolio e, per quanto riguarda l’Europa, le ripetute agitazioni sindacali dei controllori di volo francesi che mettono in seria difficoltà l’operatività nell’area.