"C'è poi una sfida che riguarda il metodo e l'organizzazione, quindi l'intelligenza artificiale e l'utilizzo dell'informazione in maniera massiccia e allo stesso tempo che crea sintesi, e quindi come trasformare questi strumenti in strumenti utili per investire al meglio", ha aggiunto.
Sul fronte della regolamentazione, "abbiamo sempre creduto in una interlocuzione costruttiva e tecnica sia Bruxelles sia a Roma - ha detto Galli - Ci sembra che ci siano gli spazi in entrambe le direzioni. Forse Bruxelles nella prossima legislatura, quindi la Commissione europea e l'Unione Europea, rallenterà il processo di legislazione e andrà verso cinque anni in cui si metterà a terra quanto è stato fatto negli ultimi cinque. C'è stata moltissima legislazione e va semplicemente fatto un fine tuning".
"A livello nazionale - ha proseguito - speriamo che la riflessione sul rilancio dei mercati dei capitali domestici porti anche delle soluzioni concrete, per esempio risolvere il problema fiscale del trattamento delle varie forme di tassazione delle rendite finanziarie, per rendere più efficiente la costruzione di portafogli nel tempo diversificati".
Sui piani individuali di risparmio, tema affrontato da molti al Salone, il Direttore Generale di Assogestioni ha detto che "le difficoltà per i PIR sono emerse nel momento in cui il legislatore ha cambiato idea e ha creato delle asimmetrie. In realtà la storia dei PIR di questi 5 anni è positiva, cioè i rendimenti sono stati sicuramente interessanti e ricordiamo che chi ha tenuto questi 5 anni di investimento ha l'azzeramento della tassazione".
"Ora bisogna fare un tagliando, capire se i portafogli costruiti dai PIR possono essere ulteriormente affinati - ha sottolineato - Ma il modello in realtà è all'osservazione della prossima legislatura europea, cioè pare che per una volta sia l'Italia che ha qualcosa da portare come strumento interessante per il pubblico retail".
(Foto: Giovanni Ricciardi)