(Teleborsa) - Avrebbe adottato uno schema di vendita piramidale, dunque fuorilegge. E' su questo sospetto che la Federal Trade Commission statunitense, l'Autorità a protezione dei consumatori, ha deciso di accendere un faro su Herbalife, la multinazionale americana di prodotti per il controllo del peso e la cura della pelle.

La notizia dell'avvio dell'indagine, confermata dalla stessa Herbalife, è stata un fulmine a ciel sereno per il titolo, che da ieri sta crollando a Wall Street interrompendo una lunga striscia di guadagni.

In realtà è da più di un anno che William Ackman, il miliardario a capo del fondo hedge Pershing Squera Capital Management, chiede alla FTC di chiudere Herbalife a causa del suo schema di vendita piramidale.

Cos'è uno schema di vendita piramidale? Diverso dal sistema del "network marketing" (o "multi-level marketing"), che permette ai distributori di ottenere guadagni sia dalla vendita che da commissioni sulle vendite dei cosiddetti distributori in downline, è un modello commerciale simile alla cosiddetta "catena di Sant'Antonio".

Herbalife, che sulla carta adotta il "network marketing", ha spiegato in una nota di essere estranea a questo tipo di sistema e che in queste ore stanno circolando notizie assolutamente erronee sul suo caso.

Resta il fatto che il Gruppo, che distribuisce in quasi 100 Paesi nel mondo con oltre 6 miliardi di euro di fatturato, è da tempo al centro di un vero e proprio dramma a Wall Street. Carl Icahn, altro trader miliardario di New York nonché rivale di Ackman, ha una grande partecipazione azionaria in Herbalife. Anche il guru George Soros era un suo importante azionista, anche se nel 2013 ha dismesso quasi tutta la sua quota.

Date queste premesse non manca chi, Forbes in testa, lascia intendere che dietro la voglia di verità via sia qualche odio personale frutto della guerra tra pezzi grossi della finanza mondiale.