(Teleborsa) - E' durata il tempo di una mattinata la tregua a Palazzo Madama sulle riforme costituzionali che dovrebbero sancire, tra le altre cose, la fine del bicameralismo perfetto e la nascita di un nuovo Senato.
La proposta di Chiti e il successivo tentativo di mediazione di Grasso non hanno sancito l'effetto sperato.
Le minoranze in Aula, dove si trova parcheggiato il testo delle riforme (o Disegno di legge Boschi) con i suoi 7.800 emendamenti, hanno bollato le proposte del PD come "irricevibili" e frutto del patto del Nazareno.
Dunque Lega, Movimento 5 Stelle e Sel, gli schieramenti più agguerriti nonché autori della maggior parte degli emendamenti, hanno promesso di fare di tutto per andare avanti con l'esame di ogni singolo punto allontanando le speranze del Premier Renzi e di Maria Elena Boschi di chiudere la partita entro l'8 agosto.
Vannino Chiti, senatore della minoranza dem, aveva proposto di dibattere solo su alcuni punti qualificanti della riforma e di dare tempo ai gruppi di far valere le proprie posizioni. In cambio, queste ultime avrebbero dovuto tagliare drasticamente gli emendamenti ed impegnarsi a votare il testo, in prima lettura, entro la prima settimana di settembre.
Subito dopo il Presidente del Senato, Pietro Grasso, aveva indetto una conferenza dei capigruppo per organizzare le tempistiche dell'esame. Come detto, questi tentati vidi sbloccare l'impasse non hanno sancito gli effetti sperati.
Intanto riecheggia la denuncia di golpe da parte di Beppe Grillo, che ha promesso di trasferire la "battaglia" dal Parlamento alle piazze.
Riforme, addio mediazione. Si torna a votare su ogni singolo emendamento
29 luglio 2014 - 16.42