(Teleborsa) - Insegnanti della scuola sempre più sottopagati caratterizzano il panorama dell'istruzione scolastica italiana, che in più statistiche si conferma ben lontana dagli standard europei.

Ad aggravare la situazione anche l'abolizione degli aumenti di retribuzione per anzianità, a vantaggio del criterio del merito, che però presenta molti aspetti di disparità. Di cosa si tratta?

Sin dalla Riforma Brunetta, si è ottenuto che il 25% del personale della scuola non avrà più un aumento di stipendio e, con la riforma Renzi, tale percentuale salirà al 34% nel 2018. E cosa dire dei neo-assunti dal 2011 che dovranno aspettare 9 anni - e non più 3 anni - per avere il primo aumento di stipendio? Perché non sarebbero stati mai stabilizzati come si è detto?

Sono questi molti degli interrogativi che assillano il sindacato ANIEF, che più volte ha richiamato l'attenzione sulla problematica. Fra l'altro, la questione sta producendo una spaccatura con gli altri sindacati - CISL, UIL, Snals e Gilda - che molte di queste disposizioni hanno recepito nei propri contratti collettivi fra il 2011 ed il 2014 e che oggi, seocndo l'ANIEF, affermano il contrario solo in vista delle prossime elezioni delle RSU 2015.