(Teleborsa) - L’Italia è l’unico paese al mondo dove un rinnovo contrattuale può comportare più responsabilità e carichi di lavoro, a cospetto di un nuovo stipendio più basso del precedente.

Accade nella scuola, dove i dirigenti scolastici sono stati caricati di responsabilità e lavoro, a fronte di una diminuzione della retribuzione media di oltre 4 mila euro in 4 anni. Si parla di compensi annui lordi che si aggirano in media sui 58mila euro a fronte degli oltre 100 mila euro percepiti in media dagli altri dirigenti della PA e del privato ed il 43% in meno dei dirigenti amministrativi di II fascia all’interno dell’Amministrazione scolastica.

Il quadro non cambierà di molto con lo lo sblocco del Fondo Unico per le retribuzioni di risultato e posizione dei dirigenti scolastici, annunciato nei giorni scorsi dal Miur: l’ammontare del cosiddetto Fun dovrebbe infatti essere notevolmente superiore (non 163 milioni ma 201 milioni di euro). Anche gli stanziamenti straordinari della riforma scolastica: 46 milioni per l’anno 2016, a cui si aggiungono altri 17 milioni per il prossimo anno. Ciò comporterà la perdita di circa 400 euro al mese a capo d’Istituto, pari a 5mila euro l’anno.

Esistono poi delle differenziazioni da regione a regione, laddove l'apice dell’arretramento di retribuzione si raggiunge in Campania, a causa dei decreti provvisori unilaterali in materia, sottoscritti dall’allora direttore dell’Usr Diego Bouché.

"Presto quantificheremo i danni subiti dai dirigenti scolastici della Campania negli anni passati e quelli che, purtroppo, subiranno", denuncia Marcello Pacifico, Presidente del sindacato della scuola Anief. "La realtà è che, anche dopo la stipula dei Contratti integrativi regionali - aggiunge - i dirigenti scolastici della Campania prenderanno posizione variabile inferiore al 2007: una perdita che, vale la pena ricordare, si ripercuote pure negativamente su pensione e buonuscita".