(Teleborsa) - Il miglioramento delle condizioni economiche in Nuova Zelanda, dopo il periodo incerto dovuto al rallentamento dell'export, ha spinto le autorità monetarie a lasciare invariata la politica monetaria nazionale.

La Banca centrale neozelandese (Rbnz) ha confermato il costo del denaro al 2,25%, segnalando che vi saranno nuovi tagli se si renderà necessario sostenere l'inflazione in modo che ritorni vicina al target del 2%.
L'ultimo taglio risale allo scorso dicembre.

Ci sono molte incertezze a livello internazionale, precisa la Rbnz, riferendosi alle prospettive di crescita globale, in particolare intorno alla Cina, ed alle prospettive per i mercati finanziari globali. I principali rischi domestici, invece, riguardano la debolezza nel settore lattiero-caseario, il calo delle aspettative di inflazione, la possibilità di un'immigrazione alta e le pressioni del mercato immobiliare.