(Teleborsa) - L'attesa per il meeting della Banca Centrale Europea (BCE) sta per terminare. Nel primo pomeriggio il governatore dell'Eurotower, Mario Draghi, confermerà o meno se l'economia dell'Eurozona necessita di nuovi interventi alla luce della persistente debolezza dei prezzi. L'Italia, infatti, resta in deflazione, come dimostrano i dati di agosto, mostrando prezzi molto lontani dal target della BCE del 2%.

Lo stesso Istituto centrale, nei verbali della riunione del 21 luglio scorso ha manifestato un'aumentata preoccupazione per l'attuale livello dei prezzi e per la ripresa troppo a rilento dell'Eurozona, sulla quale pesano anche fattori esterni quali il rallentamento delle economie emergenti. La Brexit, invece, sembra non aver "alterato, almeno nel breve termine, le previsioni per l'economia o per l'inflazione dell'UE ma ha comunque aumentato i rischi al ribasso".

Chi si aspetta qualcosa da questa riunione potrebbe rimanere deluso. Secondo gli addetti ai lavori, il numero uno dell'Eurotower potrebbe continuare con un atteggiamento "wait-and-see", una vigile attesa per vedere cosa farà la Fed, durante la riunione di fine mese. Secondo alcuni analisti, la Banca Centrale americana potrebbe aspettare la riunione di dicembre per decidere di allungare il Quantitative easing, il programma d'acquisto di titoli, oltre la scadenza di marzo 2017.

Intanto, rallenta la crescita dell'economia dell'Eurozona, mettendo sotto pressione la BCE ad agire prima possibile. Il PIL del secondo trimestre ha registrato una crescita dello 0,3% rispetto al +0,5% riportato nei primi tre mesi dell'anno. A frenare la crescita in Europa, sono soprattutto Italia e Francia.