(Teleborsa) - Mancano ormai tre giorni al 13 aprile, data ultima per trovare un accordo sulla situazione di emergenza che sta vivendo Alitalia. Tra i nodi da sciogliere, il punto più delicato delle trattative che continuano ad oltranza, resta quello sul taglio del costo del lavoro al personale di volo che l'ex compagnia di bandiera vuole metter in atto.

Nella tarda serata di ieri, 10 aprile, sindacati e azienda erano ancora riuniti al Ministero dello Sviluppo Economico in due tavoli separati, uno per il personale di terra e l'altro per il personale navigante.

Si attendono risposte sulla sostenibilità del ricorso al fondo di settore per attutire l'impatto degli oltre 2 mila esuberi previsti dal piano industriale. Per 1.338 lavoratori con contratto a tempo indeterminato si sta studiando il ricorso a 2 anni di cassa integrazione straordinaria e 2 anni di Naspi (la nuova indennità di disoccupazione) attraverso il fondo del trasporto aereo che dovrebbe assicurare circa l'80% della retribuzione. Circa 800 lavoratori potrebbero essere coinvolti nel piano delle esternalizzazioni, che stima il 30% di risparmi sui costi dalla cessione di attività all'esterno.

Ma il tempo stringe, la cassa dell'ex compagnia di bandiera si sta svuotando, e gli azionisti fanno pressing affinché il piano industriale venga attuato. "Condicio sine qua non" per partecipare all'operazione di ricapitalizzazione che complessivamente vale circa 2 miliardi di euro.