(Teleborsa) - "Ora e sempre resistenza", Queste le parole che partono dalla Piazza della stazione di Bologna, poco prima dei tre fischi del locomotore che hanno danno il via, alle 10:25, al minuto di silenzio in onore delle vittime della Strage del 2 agosto 1980. E' così che Bolognaha ricordato, stamane, quel 2 agosto del 1980 quando si consumò il più grave atto terroristico avvenuto in Italia nel secondo dopoguerra, da molti indicato come uno degli ultimi atti della strategia della tensione. Nonostante, però, siano trascorsi ben 38 anni, sono ancora molti i punti oscuri sulla vicenda. Gli esecutori sono stati indicati ma mancano movente e mandanti dell’attentato.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione di questa triste ricorrenza ha dichiarato: "Il tempo non offusca la memoria di quell'attentato, disumano ed eversivo, che rappresentò il culmine di una strategia terroristica volta a destabilizzare la convivenza civile e, con essa, l’ordinamento democratico fondato sulla Costituzione. L'orologio della stazione, fissato sulle 10:25, è divenuto simbolo di questa memoria viva, di un dovere morale di vigilanza che è parte del nostro essere cittadini, di una incessante ricerca della verità che non si fermerà davanti alle opacità rimaste. Fu un’esplosione devastante, per la città di Bologna e per l'intera Repubblica. Morirono donne e uomini, bambini e adulti. L'azione generosa che l’Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage ha svolto negli anni, e continua a svolgere, costituisce una preziosa energia che riesce a propagarsi nella società e nelle istituzioni".

Il Presidente della Camera Roberto Fico, dal palco della stazione di Bologna durante la cerimonia di commemorazioni, ha detto:"Uno Stato che non cerca la verità fino in fondo non si può dire Stato. Un'Italia che non cerca la verità sulle Stragi del nostro Paese non è compiuta. Si può costruire fino in fondo solo quando sono raggiunte le verità sostanziali. Lo Stato che non cerca la verità non mi rappresenta, non lo voglio".

Alfonso Bonafede, Ministro della Giustizia, incontrando i familiari delle vittime ha assicurato: "C'è un obbligo morale prima ancora che politico che ci guida. Giungere ad una verità certa, libera da zone grigie e sospetti. Questo è l'unico vero modo di onorare le vittime e realizzare le legittime e sacrosante richieste dei loro familiari. C'è uno Stato che per 38 anni è rimasto in silenzio, negligente e non ha voluto fare luce su verità inconfessabili su cui bisogna accendere un faro".