(Teleborsa) - Giornata decisiva per le sorti del Def. E ore bollenti per il governo. L'intesa sulla manovra ancora non c'è. E' in corso di svolgimento a palazzo Chigi la riunione di Governo, utile ai vertici dell'Esecutivo per confrontarsi prima dell'approvazione della Nota di aggiornamento al Def, prevista nel Consiglio dei ministri convocato per questa sera intorno alle 20. Presenti il premier, Giuseppe Conte, i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio e i ministri Tria e Paolo Savona.

Il punto su cui si gioca la partita è il livello del rapporto deficit/Pil da indicare, appunto, nella nota di aggiornamento del Def: da una parte, il ministro dell'Economia Giovanni Tria ha posto l'asticella all'1,6%, ma potrebbe spingersi fino all'1,9%. Il capogruppo del Carroccio alla Camera, Riccardo Molinari ha annunciato che la maggioranza si sta orientando su un livello di disavanzo fra il 2,4 e il 2,6%.

Un lungo braccio di ferro iniziato questa mattina con il vicepremier M5S, Luigi Di Maio che prima ha smentito di aver chiesto le dimissioni di Tria ma poi ha avvertito: "Siamo ad un bivio storico e non possiamo arretrare di un centimetro né farci ingannare dai numeri: dobbiamo abolire la povertà con il reddito di cittadinanza e dare al Paese le riforme strutturali e gli investimenti necessari per rilanciare la crescita".

TRIA IN BILICO - La Lega appoggia la linea grillina sullo sforamento del deficit e questa mattina proprio il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, durante la trasmissione Agorà ha dichiarato: "Se Tria non è più nel progetto, troveremo un altro ministro dell'Economia".